Cicladi, Grecia – Il racconto

SABATO 8/7/17: La partenza

Inizia il nostro viaggio verso le Cicladi, prima volta per me in Grecia. Partenza da Malpensa, dopo aver lasciato l’auto al Parcheggio Low Cost (molto comodo). Volo con Aegean, che offre un buon servizio: caramelle di benvenuto e pranzo. Alle 14:30 atterriamo ad Atene. Dato che la nave partirà solo alle 23:55, decidiamo di dedicare qualche ora alla visita della città. Il collegamento in metropolitana sarebbe il più veloce ma la curiosità di conoscere i luoghi, anche delle periferie, ci fa optare per l’autobus. Due le linee: X96 in circa 90 minuti porta direttamente al Pireo; X95 in 50 minuti porta a piazza Syntagma. Costo del biglietto 6 euro, acquistabile al chiosco a fianco della fermata (accettano anche carte di credito). Saliamo sull’autobus; l’aria condizionata non ci permette di “assaporare” ancora il clima di Atene.

Arriviamo in piazza Syntagma dopo aver attraversato una periferia non bella e che sicuramente risente della crisi greca. Volendo fare un breve giro decidiamo di non portare i bagagli all’unico deposito presente in centro (metro Acropoli). Percorriamo la Ermou, via commerciale con tanti negozi, in buona parte i soliti marchi internazionali presenti in tutte le grandi città d’Europa. Attraversiamo poi la Plaka e le intricate via ai piedi dell’Acropoli, decisamente più interessanti con minuscoli negozi che vendono prodotti locali e souvenirs.

Dopo una sosta in un locale per dissetarci (il caldo è soffocante anche per noi che siamo abituati al clima umido della pianura padana) proseguiamo verso l’Acropoli. Ammiriamo, per quanto possibile, il Partenone dal basso dato che una visita richiederebbe troppo tempo. Verso le 19 ci spostiamo al Pireo con l’autobus X80 (4,50 euro indipendentemente da dove si sale, passa sia da Syntagma che dall’Acropoli, biglietto a bordo).

Il Pireo non è (solo) un porto ma una città, seppur unita ad Atene da identiche periferie. Ritiriamo i biglietti a suo tempo acquistati on line per la nave Super Fast XII della Blue Star Ferries e, visto che le strade del Pireo non offrono nulla di interessante, decidiamo di entrare al porto. La struttura è ovviamente enorme ed il nostro terminal (E1) dista oltre 3 km. Nella prima parte del porto c’è un grande caos, di auto, camion e persone. Ogni terminal (o quasi…) è dotato di un piccolo caffè, sala d’attesa e bagni. Un autobus, gratuito, collega i vari terminal.

Decidiamo quindi di recarci direttamente al nostro terminal per uno spuntino ed attendere la nostra nave. Attivati al terminal E1 la sorpresa: entriamo nella grande sala d’aspetto con bar e troviamo tutto, definitivamente, chiuso, anche la dogana e gli uffici; è rimasta solo qualche vecchia sedia sparsa qua e là. Dato che mancano tre ore alla partenza riprendiamo l’autobus per il terminal E2 (quello più vicino ma comunque ad oltre 1 km) e ci sediamo ai tavolini del bar. Ordiniamo i panini più “semplici” del menù (pomodoro, prosciutto, formaggio). La qualità è decisamente scarsa e nel panino troviamo anche le patate fritte ma visto il prezzo (5 euro per due panini e una bottiglia grande di acqua) ed il contesto, non ci lamentiamo. Verso la fine del nostro pasto veniamo accerchiati da tre bambini che chiedono con insistenza l’elemosina; la cameriera a fatica riesce ad allontanarli.

Ormai fa buio e decidiamo di ritornare al nostro terminal. Il tabellone indica i passaggi del bus interno ogni 15 minuti ed anche l’autista ci aveva confermato che le corse sarebbero proseguite fino a tarda ora. Di autobus però nemmeno l’ombra, almeno per 40 minuti. Decidiamo quindi di incamminarci a piedi. Questa parte del porto è decisamente fatiscente, con edifici in stato di abbandono ed illuminazione (molto) scarsa. A metà percorso, in una zona isolata, passiamo nei pressi di un piccolo parcheggio e notiamo i bambini che chiedevano l’elemosina, insieme a diversi adulti. Almeno 15 persone. Con qualche timore proseguiamo per la nostra strada (che alternative avevamo??), incrociamo qualche camion e questo ci conforta. Arriviamo al terminal, dove nel frattempo è giunta la nave e sono in corso le operazioni di sbarco.

Stanchi per la lunga (e caldissima) giornata prendiamo posto nella nostra cabina e ci addormentiamo subito. Puntiamo la sveglia alle 4:30 per seguire l’ingresso nel porto di arrivo: Katapola, Amorgos. Una volta svegliati scopriamo che la nave è in ritardo di circa 45 minuti e abbiamo quindi modo di vedere il sole sorgere lentamente dietro alle montagne di Amorgos.

Scendiamo e il porto di Katapola si presenta già piuttosto vivace, nonostante l’ora (le 6 circa della domenica). Ci dirigiamo alla nostra pensione, “nascosta” alla fine del paese e proprio ai piedi della montagna che sorge sopra il porto.

Inizia l’esplorazione delle Cicladi!

 

DOMENICA 9 LUGLIO: Amorgos

Primo giorno ad Amorgos, dedicato ad esplorare i dintorni di Katapola. Colazione al porto di Katapola (in attesa di far spesa e utilizzare il terrazzo vista mare per la colazione) con caffè e croissant; spesi 5 euro a testa. La colazione è l’unico pasto costoso in Grecia!

Ci dirigiamo quindi verso la frazione di Xilokeratidi (la parte di fronte al porto di Katapola), che ci colpisce per i tanti locali che affacciano sul mare e ci ripromettiamo di tornare per una cena. In circa mezz’ora raggiungiamo la spiaggia di Maltezi. Il sentiero non è difficile anche se è meglio percorrerlo con le scarpe; in alternativa è possibile arrivare in barca da Katapola, le corse sono piuttosto frequenti. La spiaggia, di piccoli ciottoli, è in parte attrezzata, con poco più di venti ombrelloni e un piccolo chiosco. Costo per due lettini e ombrellone: otto euro. Pomeriggio in relax poi rientriamo a Katapola; spesa in un minimarket per acquistare il necessario per la colazione e poi rientriamo alla pensione.

Per la cena optiamo per Mino’s, taverna situata alla fine del porto, in posizione un po’ defilata, che ci aveva attirato per le recensioni positive. Confermiamo il giudizio, cucina semplice ma buona, servizio cortese, nel complesso qualità/prezzo ottima. Due antipasti (insalata greca e formaggio di Amorgos), una moussaka e una frittura di gamberi, mezzo litri di Retzina: conto € 30,50.

 

LUNEDI’ 10 LUGLIO: la Chora

Il primo giorno passato sull’isola ci ha convinti che sia meglio spostarsi in auto, per essere liberi di ammirare gli scorci offerti da Amorgos, anche nelle zone meno turistiche. Ci rivolgiamo ad Hermes Rental, gestito dalla stessa famiglia della nostra pensione (Pension Sofia). I prezzi oscillano tra i 30 e i 40 euro al giorno a seconda del modello di auto; ci assegnano una Opel Corsa, un po’ datata, ma viste le nostre esigenze va più che bene. Prima di iniziare ci concediamo un caffè alla Pasticceria Meli e Kanella, che diventerà uno dei nostri punti di riferimento sull’isola.

Puntiamo subito alla Chora. Il paese non è visibile da Katapola e la sua collocazione non è, naturalmente, casuale. Sorge infatti a 400 metri s.l.m., là dove non poteva essere avvistata dai pirati. Parcheggiamo all’ingresso del paese e ci addentriamo nella Chora. L’interno è sorprendente, con un dedalo di strade strette, case bianche, tanti locali e piccole chiese. Il bianco degli edifici è abbagliante e spicca il contrasto con i serramenti blu delle case e con i vivaci colori di tavoli e sedie che i tanti locali hanno sistemato lungo le strette vie. Saliamo anche sulla collina, dove trovano posto i resti di alcuni vecchi mulini a vento, sotto di noi il blu del mare e lo sguardo si spinge fino a Santorini sullo sfondo.

Riprendiamo l’auto per esplorare la parte Ovest dell’isola. Il paesaggio è brullo e roccioso (oltre che molto ventoso!) ma ha un suo fascino; per diversi km non si incontrano case. Arrivati in prossimità di Archesini decidiamo di scendere alla spiaggia di Muros. Dal parcheggio un breve e ripido sentiero porta a questa piccola spiaggia di ciottoli, dominata da una montagna che scende dritta sul mare. Rimaniamo fino a quando l’ombra copre la spiaggia, cambiando anche il colore dell’acqua da azzurro a grigio.

Completiamo la giornata con la cena nella frazione di Xilokeratidi. Tra le varie taverne che hanno posizionato i tavoli a filo dell’acqua scegliamo “Vitsentzos”. Due antipasti, due piatti, acqua e vino, il tutto per 36 euro. Cucina discreta, servizio cortese, un liquore in omaggio, nel complesso soddisfatti della nostra cena.

 

MARTEDI’ 11 LUGLIO 2017: Hozoviotissa

Prosegue la tradizione del “Meli & Kanella”, pasticceria che offre una vasta selezione di dolci della tradizione greca e non solo. Questa volta decido di affiancare all’espresso (buono) una tortina di sfoglia secca con cioccolato e ciliegie. Decisamente buona, da provare!

Prima meta della giornata Agios Pavlos. Superata la Chora si sale verso un vero e proprio passo, da dove si può ammirare dall’alto tutta la Chora, Katapola e le isole vicine. Inizia la discesa e notiamo numerose capre ai margini della strada, altre che percorrono la carreggiata, alcune arrampicate sulla roccia alla ricerca di ombra. La spiaggia di Agios Pavlos è una stretta striscia di ciottoli e piccoli sassi, situata davanti all’isola di Nikouria. Alle spalle della spiaggia sorge un albergo con un piccolo bar e possibilità di affittare ombrelloni e lettini (8€ con due bottigliette di acqua in omaggio). L’acqua è trasparente e diventa blu allontanandosi dalla terraferma; la particolarità di questa spiaggia è il contrasto con i colori rosso o ocra delle montagne vicine.

Dopo qualche ora di relax ripartiamo alla volta del Monastero di Hozoviotissa. Occorre quindi ritornare alla Chora e poi prendere la ripida e ventosa strada che scende verso Agia Anna. Solo una volta giunti nel parcheggio (gratuito) si inizia a vedere il monastero, una macchia bianca aggrappata alla roccia. Nel periodo estivo apre dalle 17 alle 19, orario che consente di effettuare la salita all’ombra. Prima di iniziare la salita cambio d’abiti: per l’accesso sono richiesti pantaloni o gonna lunga, spalle coperte; chi non ne fosse provvisto può utilizzare alcuni vecchi abiti e asciugamani messi a disposizione dai monaci (preferisco i miei vestiti!).

Impieghiamo circa un quarto d’ora per arrivare all’ingresso del Monastero, che si presenta tanto alto quanto stretto, come se fosse incollato alla montagna. All’interno è possibile visitare solo tre stanze, nell’ultima i monaci offrono Rakomelo e Loukiki; si può fare un’offerta o comprare qualche souvenirs. Una curiosità: mentre salutiamo il monaco e paghiamo il nostro souvenir, squilla un cellulare e il monaco si affretta a rispondere. La tecnologia è arrivata anche qui. Scendiamo al parcheggio, fermandoci di tanto in tanto per qualche fotografia. Arrivati alla fine del sentiero sentiamo un tonfo provenire dal Monastero. Guardiamo verso l’alto e vediamo una nuvola bianca sopra il Monastero; il vento ha probabilmente fatto cadere un sasso sul tetto alzando una piccola nube di calce bianca.

Per la cena torniamo da Mino’s: due antipasti, poi polipo grigliato e gamberi Saganaki, metto litro di Retzina e acqua: conto inferiore ai 40€ anche stavolta. Da segnalare i gamberi Saganaki.

 

MERCOLEDI’ 12 LUGLIO 2017: Agia Anna

Amorgos, ovvero “Le grand blue”. Dopo il consueto caffè al Meli e Kanella ci dirigiamo alla spiaggia di Agia Anna, dove Luc Besson ha girato parte del suo film “Le grand bleu” dando notorietà, soprattutto in Francia, all’isola di Amorgos. La strada, per un tratto comune a quella che porta al monastero di Hozoviotissa, è ripida ed esposta ad un forte vento. Percorriamo l’ultimo tratto fino alla piccola chiesa, situata poco sopra la spiaggia. Con la luce del mattino il mare risulta davvero blu, la cornice è molto bella con la piccola spiaggia di ciottoli, gli scogli e le montagne a picco sul mare.

Risalendo ci spingiamo sul promontorio a fianco della chiesa, uno dei pochi punti da cui si può vedere sia il monastero di Hozoviotissa sia la spiaggia di Agia Anna. Nonostante il vento, un angolo da vedere assolutamente!
Ripartiamo quindi in direzione di Aegiali, con l’idea di cercare un po’ di relax in spiaggia. Il paese ci stupisce per i tanti locali e la bella atmosfera. La spiaggia è libera ma grande e vivibile nonostante sia piuttosto frequentata (è una delle poche di sabbia) e con un lungo mare piuttosto animato, con bar e taverne tipiche.

Decidiamo di trascorrere invece la serata alla Chora, che avevamo visto ad ora di pranzo e quindi non molto animata, anche se molto bella. Già da qualche giorno avevo scelto il mio obiettivo: il ristorante Tranzistoraki, numero uno nelle recensioni di tutta l’isola. I tavoli, sistemati lungo lo stretto vicolo, sono però tutti occupati; il proprietario ci dice che l’attesa potrebbe essere lunga ma… per fortuna non è così! Ritorniamo dopo dieci minuti e la coda si è quasi smaltita e possiamo quindi accomodarci. Ordiniamo due antipasti (verdure grigliate con semolino e polpette con salsa allo yogurt) e due piatti principali: filetti di pollo con salsa limone e menta, filetto di manzo con salsa di feta e patate. Piatti curati e ben presentati, con giusto mix tradizione ed innovazione. Il dessert è omaggio (dolce al cucchiaio a base di yogurt e limone), le porzioni decisamente abbondanti. Ci presentano il conto (comprensivo anche di acqua e vino): 32,50€. Complimenti. Raramente ho mangiato così bene spendendo così poco. Una tappa obbligata ad Amorgos!

 

GIOVEDI’ 13 LUGLIO: da Amorgos a Koufonissi

E’ il giorno del trasferimento, previsto alle 14:05 con aliscafo Blue Star Ferries. Utilizziamo le poche ore a disposizione per rivedere Katapola e spingerci fino alla statua che dal promontorio accoglie le navi in ingresso nel porto. Mi compro anche una Baclava da asporto al Meli e Kanella che si rivelerà eccellente. Lasciamo con dispiacere Amorgos, un’isola che ha saputo aprirsi al turismo senza perdere la propria identità e nel rispetto del territorio.

Il viaggio verso Koufonissi è breve (mezz’ora) e tranquillo. L’isola si presenta subito diversa da Amorgos, con il classico villaggio alle spalle del porto ma anche tante nuove costruzioni. L’accoglienza del personale di Anna Villas è impeccabile, con trasporto dal porto alla struttura, cocktail di benvenuto e consegna della stanza. La struttura è nuova e molto bella, con un grande giardino vista mare. Il nostro mini-appartamento (ingresso con angolo cottura, camera e bagno) è dotato di due terrazzini con sedie e tavolino.

Decidiamo di iniziare subito la visita dell’isola. Percorriamo la strada che dal paese conduce alle spiagge dell’isola e dopo aver superato alcune piccole calette dall’acqua cristallina ci fermiamo alla prima spiaggia “grande”: Finikas. Il mare è effettivamente cristallino come indicato nelle guide, con colori caraibici. La spiaggia è libera (come tutte quelle dell’isola) ma è presente una taverna.

Concludiamo quindi la giornata con cena al “Remezzo”, ristorante che offre pesce di buona qualità a prezzi tutto sommato ragionevoli (un anticipato e due primi di pesce, ben cucinati, con spesa di circa 40 euro). Al momento del conto ci viene offerto un bel piatto di anguria. Dopo la cena non poteva mancare una passeggiata al villaggio, che si presenta ricco di locali, diversi anche “alla moda”. I negozi sembrano più turistici rispetto a quelli di Amorgos ma il villaggio ha comunque mantenuto una sua autenticità. Riusciamo a scorgere anche diverse abitazioni “originali” ed alcuni abitanti “storici” dell’isola: un gruppo di anziane signore riunite davanti ad una casa per conversare ed un uomo, con tipico cappello locale, che dal proprio terrazzino osserva impassibile il passaggio di turisti. Probabilmente si chiederà come mai questa piccola isola, che per decenni ha offerto solo pesca, un po’ di agricoltura e vita difficile, oggi sia presa d’assalto da turisti di tutto il mondo.

 

VENERDI’ 14 LUGLIO: PORI

Prima colazione ad Anna Villas: abbondante e di qualità. Difficile trovare un difetto a questa struttura. Solo un suggerimento per perfezionarsi ulteriormente: anticipare l’orario della colazione, servita solo dalle 8.30 in avanti. Per il resto tutto perfetto.

Decidiamo di noleggiare le biciclette per muoverci sull’isola. Il costo è modesto (4€ al giorno), le biciclette si riveleranno comode ma un po’ faticose (le strade sono in parte sterrate, con diversi saliscendi e molto ventose). Da valutare, in alternativa, il servizio di bus locali.

Raggiungiamo quindi, dopo un percorso un po’ tortuoso, la spiaggia di Pori, probabilmente la più bella dell’isola. Pori è la spiaggia più esposta ai venti del Nord; vale la pena fare una passeggiata verso Fanos, costeggiando calette e piscine naturali circondate da rocce che sembrano portate dal deserto. Da non perdere anche lo spettacolo delle onde che si infrangono sulle scogliere (è sufficiente seguire il sentiero dietro la taverna per 200 metri).

Per la cena scegliamo “Souvlaki sti strofi”, un locale che serve Souvlaki e Gyros da una finestrella. I prezzi sono decisamente modesti (due gyros, due birre e una porzione di patatine per 12 €) e la qualità buona. Mangiamo sui tavolini messi a disposizione dal locale, poi una breve passeggiata sino al vecchio mulino oggi utilizzato come bar.

 

SABATO 15 LUGLIO: Matrimonio greco

Consueta ricca colazione del mattino, poi partiamo alla volta di Fanos. Più piccola di Pori, ha comunque colori molto belli e la vista sulla disabitata e misteriosa Keros. Peccato per le tante, troppe, costruzioni che stanno sorgendo dietro alla spiaggia. Da Fanos in pochi minuti si raggiunge Italida, superando alcune grotte sul mare; le due spiagge sono molto simili.

Dopo qualche ora di relax ritorniamo al villaggio e acquistiamo il necessario per una “cena greca” (insalata greca, souvlaki e vino rosso di Santorini) da consumare sul nostro terrazzino. Decido anche di provare la Baclava del forno del paese, questa volta un po’ deludente (la migliore rimane quella di Meli e Kanella, Amorgos).

Prima di rientrare ad Anna Villas ci imbattiamo però in un matrimonio greco. Notiamo infatti un piccolo corteo di persone che sale verso la chiesa, con lo sposo in testa ed accompagnamento musicale. Decidiamo di attendere anche la sposa ed assistere, per quanto possibile, ad un matrimonio greco. Anche in Grecia la sposa si fa aspettare… arriva dopo oltre mezz’ora, accompagnata da parenti e amici, tutti rigorosamente a piedi. Non avendo speranze di “imbucarci” alla cena nuziale, dopo l’ingresso in chiesa degli sposi rientriamo in albergo. Nota per i curiosi: la sposa era vestita di bianco anche in Grecia mentre lo sposo indossava un abito a righe decisamente brutto.

 

DOMENICA 16 LUGLIO: le spiagge

Giornata “tranquilla”. Mattinata in spiaggia a Pori, visto il forte vento, decidiamo di spostarci per il pomeriggio a Finikas. Nel frattempo iniziamo già ad organizzare le attività per Santorini. Altra cena sul terrazzo, occasione per perfezionare la “nostra” insalata greca, ricetta che ripeteremo anche a casa!

 

LUNEDI’ 17 LUGLIO: verso Santorini

È il giorno della partenza. Ci viene offerta la possibilità di utilizzare la stanza fino alle 16, proposta che accettiamo di buon grado. Prima di restituire le biciclette al noleggio ci avventuriamo verso la meno turistica parte nord di Koufounissi. Superata la chiesa e il mulino si raggiunge il porto vecchio, oggi utilizzato solo da piccole imbarcazioni e pescherecci. Abbiamo pedalato per poche centinaia di metri ma pare un’altra isola, o forse la stessa, ma qualche anno fa. Il porto silenzioso, solo un paio di pescatori che scaricano, il ristorante/taverna ancora vuoto ed un piccolo faro a delimitare il porto.

Dopo questo malinconico amarcord (inevitabile pensare a come poteva essere vent’anni fa), torniamo al villaggio e ci concediamo una sosta alla spiaggia del paese. L’acqua è limpida come nelle altre spiagge dell’isola, peccato averla “scoperta” solo l’ultimo giorno perché è davvero bella. Nel primo pomeriggio ritorniamo ad Anna Villas per recuperare i bagagli. Aris ci accompagna al porto e ci racconta la sua storia. Sia lui che il padre erano tassisti ad Atene poi, complice la crisi e un nonno materno di Koufounissi, la decisione di lanciarsi nel turismo. I genitori durante l’inverno fanno ritorno ad Atene mentre lui rimane sull’isola. Non posso non chiedere quante persone ospita l’isola d’inverno: circa duecento mi dice. Ci salutiamo e dopo poco partiamo alla volta di Santorini.

Viaggio sull’aliscafo Seajets tutto sommato tranquillo e in poco più di un’ora e mezza arriviamo ad Athinios, porto principale di Santorini. L’isola è vulcanica e si vede. Il pullman risale i ripidi tornanti sulla montagna di roccia scura. Arrivati in cima puntiamo l’abitato di Thira, che ci colpisce subito per il grande caos. Abituati alla tranquillità di Amorgos e al moderato affollamento di Koufounissi, ritrovare il traffico ci rattrista un po’.

Raggiungiamo in pochi minuti il nostro albergo Costa Marina, dove Lila, che parla un ottimo italiano, ci accompagna nella nostra stanza. Ingresso indipendente dal giardino, spaziosa ed arredata in modo decisamente originale: letto, comodini e mensole sono in muratura!

Per la cena ci affidiamo a Lila dato che sono le 22 e non abbiamo voglia di girare molto. Ci consiglia Theoni’s, piccolo ristorante che offre cucina tipica greca. Porzioni decisamente abbondanti, discreta qualità, prezzi abbordabili. Mangiare in Grecia continua ad essere decisamente economico. Prosegue anche qui l’usanza di accompagnare il conto con un omaggio. Stavolta ci offrono un dessert a base di gelato, miele e piccoli dolci fritti.

 

MARTEDI’ 18 LUGLIO: Oia

La prima mattina a Santorini inizia con una colazione molto abbondante: pane e marmellata, croissant dolci e salati, toast, yogurt, macedonia (decliniamo solo le uova). Durante il pasto affrontiamo il tema trasporti; alla fine rimaniamo sull’idea iniziale, ovvero quella di utilizzare i mezzi pubblici.

In sintesi gli autobus a Santorini funzionano così: tutte le linee partono/arrivano a Fira. I biglietti si possono fare solo a bordo e solo in contanti; non esistono biglietti giornalieri o abbonamenti. Su ogni autobus, oltre ovviamente all’autista, c’è anche il venditore di biglietti (lo stesso che qualche minuto della partenza “chiama” i passeggeri urlando la destinazione). E’ opportuno conservare il biglietto perchè a volte sale un controllore. Il costo va da € 1,60 a 2,80. Se si scende e si risale successivamente, anche per un breve tratto, occorre rifare il biglietto.

La nostra destinazione è Oia. Arriviamo in poco più di venti minuti ed iniziamo a girare alla ricerca delle famose “cupole blu” e degli scorci sulla caldera che hanno reso famose le Cicladi. Il villaggio è indubbiamente molto bello, con vedute spettacolari e una perfetta architettura cicladica. Sul lato della caldera si trovano strutture di lusso, scavate nella roccia (cave), con piscina e terrazzi privati vista mare. Il villaggio, per quanto bello, è a mio avviso un po’ troppo esclusivo e turistico, si trovano praticamente solo negozi ed alberghi, nessuna casa “tradizionale”. In fondo al villaggio inizia la scalinata che porta alla baia di Ammoudi (220 gradini). Dalla baia il panorama è spettacolare, con pareti di roccia rossa che scendono ripide sul mare; in alto le bianche costruzioni di Oia. Percorriamo anche il breve sentiero che porta nei pressi di una piccola isola, dove una piattaforma naturale di roccia permette ai più temerari di cimentarsi con i tuffi. Dopo una sosta per un veloce pasto a base di pesce (l’unico un po’ caro di tutta la vacanza, 51€ per due piatti di pesce, acqua e caffè), ripartiamo. L’obiettivo è risalire ad Oia e poi percorrere il sentiero, lungo circa 10 km, che porta a Thira.

Cominciamo quindi l’escursione verso le 17. Fa caldo e il vento, stavolta, è molto gradito. Inizialmente si sale fino ad una piccola chiesa, punto più alto e spettacolare del percorso. A seguire una discesa porta sino all’incrocio con la strada; qui si trova un chiosco dove è possibile acquistare acqua o bibite. I prezzi, nonostante il regime di monopolio, sono più che ragionevoli. Dopo una breve sosta ripartiamo. Sul sentiero si alternano salite e discese, non impegnative comunque, sino a raggiunge Imerovigli, dove ci fermiamo in un bar per attendere il tramonto. Il paese di Imerovigli è costituito quasi esclusivamente da hotel e strutture turistiche di lusso. Percorrendo gli ultimi 3 chilometri verso Thira scopriremo che è molto più bella la frazione di Firostefani. La posizione è comunque ottima per il tramonto che possiamo osservare e fotografare; è indubbiamente tra le cose più spettacoli del nostro viaggio.

 

MERCOLEDI’ 19 LUGLIO: la scoperta di Pyrgos

Colazione sempre più generosa in hotel e si riparte, questa volta in direzione di Pyrgos. Il villaggio, situato in cima alla collina, è molto tranquillo. Ritrovo l’atmosfera greca più autentica, con le case bianche, le porte blu, gli abitanti intenti impegnati nelle proprie attività. Vale la pena girare tra le strette vie alla ricerca dei negozi di artigianato, dell’asinello che trasporta le merci alle case più lontane, gettando anche sguardo all’interno delle abitazioni. Saliamo fino alla piazza principale dove si trova un bel caffè (provo il caffè turco ma non fa per me…) e una grande piazza fiorita. Il villaggio non è perfetto come Oia, qualche casa è un po’ decadente, ma l’ho trovato più autentico, più vero.
Esplorato ogni angolo, o quasi, di Pyrgos, torniamo alla fermata dell’autobus; nuova destinazione la spiaggia nera di Perivolos. La prima impressione è molto positiva: la spiaggia è lunghissima, attrezzata ma in maniera ordinata e non troppo affollata. Entriamo nel primo stabilimento che incontriamo (Margarita) e chiediamo due lettini. Il titolare mi dice “it’s free”. Cerco di capire dove sia la fregatura. Non c’è! Con una consumazione minima di 5 euro al bar, i lettini (di legno, con cuscini e poggiatesta) e l’ombrellone sono gratuiti. E siamo nella famosa Santorini. Sicuramente passa la voglia di lasciare 30 o 40 euro al giorno per due lettini (magari anche scassati) in una spiaggia italiana. Anche i prezzi del bar sono ragionevoli; un esempio su tutti, birra media da 0,50l a 3,5€. Ho trovato il modo di pagarmi i lettini!

Nel pomeriggio percorriamo tutta la spiaggia sino alla montagna che separa dalla successiva spiaggia di Kamari; bellissima passeggiata peccato solo per la tanta, troppa, spazzatura che si trova nell’acqua. Il mare è anche decisamente più caldo rispetto alle altre due isole visitate.

Rientriamo a Thira verso le 20. Cena al ristorante Pelican, molto bello come location, cucina discreta ma non entusiasmante (vedi recensione).

 

GIOVEDI’ 20 LUGLIO: spiaggia rossa e spiaggia nera

Ultimo giorno a Santorini. Vorremo fare tante cose, troppe per una sola giornata. Approfittiamo della lunga colazione per fare il programma del giorno: Red Beach/Akrotiri, Pyrgos (di nuovo ma per un motivo preciso) e pomeriggio da definire in corso d’opera.

Prendiamo il primo autobus per Akrotiri ed arriviamo alla Red Beach prima delle 9; abbiamo così la fortuna di vederla ancora vuota, seppur in ombra. La spiaggia si raggiunge in pochi minuti, attraverso un sentiero tutt’altro che difficile (a patto di indossare un paio di scarpe!). La spiaggia è piccola e in parte chiusa, dopo qualche fotografia proseguiamo lungo il sentiero raggiungendo una seconda spiaggia, più piccola (e frequentata da un piccolo gruppo di nudisti), ed infine ad una piccola chiesa.

Al ritorno troviamo la Red Beach già piena di gente e proseguiamo oltre. Il posto è sicuramente caratteristico ma molto turistico (vedi anche giri in barca organizzati in zona) e a mio parere sopravvalutato. Molto meglio, per ammirare i colori di Santorini, la passeggiata sulla caldera. Alla Red beach notiamo anche molta spazzatura e perfino alcuni lettini arrugginiti e abbandonati in fondo alla spiaggia. Inutile dire quanto possano stonare rispetto al paesaggio circostante. Riprendiamo il nostro fedele autobus per fare una breve sosta a Pyrgos. Il giorno precedente avevamo notato un bel piatto dipinto a mano ma non lo avevamo comprato pensando che avremmo trovato oggetti simili a Thira. Così non è stato, quindi, ecco il motivo del nostro ritorno a Pyrgos. E alla fine di piatti ne compriamo due…
Dopo un pomeriggio di relax in spiaggia a Perivolos (sempre al “Margarita” visto che ci eravamo trovati molto bene), torniamo a Thira per la cena, l’ultima prima della partenza. Ci fermiamo alla Taverna Nikolas, un locale che mi aveva incuriosito già la sera prima. L’ambiente è quello di una taverna, con sedie e tavoli un po’ datati, pochi coperti, tovaglie a quadretti. Nulla a che fare, almeno a prima vista, con i ristoranti “turistici” di Santorini. La fortuna ci assiste perché troviamo l’ultimo tavolo libero. Decidiamo quindi di chiudere la vacanza con prodotti tipici locali: feta al forno, moussaka e souvlaki. La qualità è buona, le porzioni generose ed il conto ragionevole. E questa atmosfera da vecchia taverna, seppur parzialmente “ricostruita” è gradevole. Promosso!

Un ultimo giro per il centro, gli immancabili souvenirs e poi rientriamo in albergo. Alla reception ci salutano molto calorosamente e ci invitano a ritornare il prossimo anno. Per agevolarci ci anticipano anche di un quarto d’ora la colazione del giorno successivo.

 

VENERDI’ 21 LUGLIO: rientro…

È il giorno della partenza. Il viaggio di ritorno non è di per se molto interessante se non per un aspetto: inizia già a pensare a quanto ripartirai di nuovo!

Solo una nota sull’aeroporto di Santorini, piccolo, forse troppo per i voli che vi transitano. I passeggeri vengono divisi in lunghe file per le varie fasi, dal check-in alla consegna dei bagagli, dai controlli all’imbarco. Gestione un po’ caotica e alla fine due ore sono giuste per non perdere il volo, senza riuscire nemmeno a passare dalla toilette. Organizzazione decisamente da rivedere.

Brevi riflessioni finali. Santorini ha paesaggi e colori unici per la sua posizione sulla caldera. E’ molto caotica ma ci si abitua e comunque si possono trovare anche luoghi tranquilli. Koufonissi è la metà ideale per chi ama il mare, la spiaggia libera e non vuole fare troppi spostamenti. La mia preferita rimane comunque Amorgos, meno perfetta ma più autentica, con il forte contrasto tra le montagne brulle e il blu del mare, la vitalità della Chora ma anche di Aegiali e Katapola, la severità dei suoi passaggi sulla strada che porta fino ad Agia Anna.